Porto

Porto - Corriere del Bar
Porto - Corriere del Bar

PORTO | VINI LIQUOROSI

Il Porto prende la sua denominazione dalla città Oporto, conosciuta anche come Porto ed è stato da sempre molto amato dagli inglesi, tant’è che le sue menzioni d’etichetta sono quasi tutte in lingua anglosassone. Questi sono stati fondamentali anche per la sua produzione, dato che ottennero il vino liquoroso attraverso la fortificazione di un altro vino: il Vinho Verde. La svolta arrivò nel 1667, ci troviamo nel periodo della lunga guerra tra Inghilterra e Francia, e fu in quest’annata che furono interrotte le esportazioni di Calret verso Londra, che rimase senza vino.

Momenti durante la raccolta - Corriere del Bar
Momenti durante la raccolta – Corriere del Bar

Per trovare una soluzione a questa problematica, i mercanti anglosassoni approdarono in Portogallo, e il 1678 è la data che potrebbe sancire la nascita del Porto, quando i britannici entrarono in contatto con il vino di Pinhão, dolce e aromatizzato con Brandy. Rimasti fermamente colpiti da questo prodotto, iniziarono le esportazioni di questo vino verso il loro Paese, sancendo così l’ideazione della bevanda, che da lì in poi s’insinua stabilmente nel mercato vinicolo.

I vitigni adoperati per la produzione del Porto rosso sono: il Touriga Nacional, la Tinta Barroca, la Tinta Cao, la Touriga Francesa, il Bastardo e la Tinta Roriz, mentre per il bianco si adoperano: il Moscatel, la Malvasia, il Viosinho, il Donzelinho, il Branco e l’Esgana Cao. Le zone di coltivazione sono il Baixo Corgo, il Cima Corgo e il Douro Superior.

La raccolta avviene a mano e la pigiatura coi piedi. L’uva viene fatta fermentare con bucce, facendo utilizzo di lieviti naturali. Il vino è poi fatto invecchiare in grandi botti, dette pipas, per un periodo variabile dai 3 ai 50 anni e in base a quest’ultimo passaggio avviene la classificazione. Il ruby ha un invecchiamento a breve termine, il Tawny è un insieme di più annate, che vanno dai 10 ai 30 anni. Tra quelli di pregio, si ricordano il Quintas e il Vintage, quest’ultimo che può invecchiare dai 3 ai 30 anni e che prende in causa annate d’eccellenza.