Paolo Viola. Tra Londra e Milano, nella passione del cocktail

Paolo Viola - Corriere Del Bar
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PAOLO VIOLA. TRA LONDRA E MILANO, NELLA PASSIONE DEL COCKTAIL | INTERVISTE

Paolo Viola è un classe 1993, eppure ha già all’attivo numerose esperienze, avendo lavorato in prestigiosi locali sia in Italia che all’estero, come nelle prestigiose strutture Miramonti Majestic Grand Hotel 5* di Cortina d’Ampezzo e il Ritz Hotel 5* di Londra, qui dove è cresciuto molto nel suo mestiere, eletto quale uno dei migliori Mixology leader della capitale. Tornato in Italia nel 2017, approda a Milano, dove lancia il famoso ristorante napoletano Terrazza Calabritto. Nel 2018 è vincitore della Cocchi Cocktail Competion al Salone del Cioccolato a Milano e nello stesso anno diventa Brand Ambassador di Belvedere Vodka. Attualmente è bar manager del locale Morgana Lounge di Taormina.

Ciao Paolo, innanzitutto, come nasce la tua passione per il mondo del beverage?

La passione nasce quando già all’età di 14/16 anni ho scoperto la passione per la cucina, ma non la semplice cucina. Aprivo il frigo insieme ai miei genitori e iniziavamo a inventare piatti. Dopo le prime esperienze nel settore Food & Beverage, ho scoperto che quella dote creativa avrebbe dato grande soddisfazione anche con gli alcolici e da lì inizia tutto.

Così giovane, ma già così tante esperienze di prestigio… Qual è il tuo segreto?

Il segreto non esiste, sono convinto che tutti possono fare grandi cose, quello che serve è perseveranza, sacrificio e capacità di adattamento. La forza di non mollare mai, fino a che raggiungi l’obbiettivo prefissato.

Paolo Viola - Corriere Del Bar
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Che cosa hai appreso dall’esperienza a Londra?

Londra è stata una scuola di Vita. Quella città sempre sveglia ha inculcato dentro di me uno spirito imprenditoriale e di dedizione al lavoro che forse in Italia non avrei mai potuto conquistare. È una città che ha fame e voglia di novità, quindi mettersi in gioco è la parola d’ordine. Ho imparato a conoscere meglio me stesso, cosa volevo essere, toccando il palcoscenico più alto al Mondo, così da rendermi conto di quali fossero i miei pregi, ma anche i miei limiti. Ecco cosa ho appreso da Londra.

Perché hai deciso di tornare in Italia?

O lasci l’Italia perché sei insoddisfatto o la lasci con l’obbiettivo di voler tornare un giorno, come è accaduto a me. Amo l’Italia, stavo bene e avevo un bel lavoro prima di lasciarla, ma ero consapevole che andare via per un po’ di tempo avrebbe fatto bene prima di tutto a me, ma anche all’Italia, andare via per migliorarsi e poi tornare è quello che consiglio ai giovani come me che amano fare questo lavoro.

Adesso quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

In ogni esperienza, in ogni progetto c’è l’ORO e io quando intraprendo un nuovo progetto è come se scavassi quella buca, finché non trovo l’ORO. Sacrifici, stanchezze, insoddisfazioni fanno parte del gioco, importante è avere la forza di non smettere di scavare, questo fa parte dei miei obbiettivi: scavare e scavare, anche se poi l’ORO non lo trovo, ma l’importante è averci provato. E al momento sto scavando!