Gabriele Tammaro. Tra Octavius e i mondiali IBA

Gabriele Tammaro Octavious Bar - Corriere Del Bar
Gabriele Tammaro Octavious Bar - Corriere Del Bar

GABRIELE TAMMARO. TRA OCTAVIUS E I MONDIALI IBA | INTERVISTE

Gabriele Tammaro è un bartender che nel corso della sua vita ha vissuto numerose esperienze importanti. Aveva iniziato questo mestiere per pagarsi gli studi, poi, dopo avere lavorato anche nel settore moda, si è inserito nel prestigioso locale Octavius di Milano. Nel 2018 ha avuto anche l’onore di rappresentare l’Italia ai mondiali IBA di Tallin.

Come ti sei avvicinato a questo mondo?

Tutto è iniziato nel 2007, quando un amico mi chiese se fossi interessato a fare il cameriere per guadagnare qualche soldo.

Quando entrai nel locale, restai ammaliato: le luci, la musica, le persone, l’energia, il bancone… e da quel giorno, un lavoretto per pagare gli studi all’università divenne una vera e propria passione.

Hai lavorato anche nel settore moda, questa esperienza ti è servita?

Mi è servita moltissimo. Come nel mondo del bar, anche nella moda ci sono ritmi totalmente diversi rispetto alla quotidianità.

Ho avuto la possibilità di conoscere questo mondo sia in Italia che all’estero e di tenermi in contatto coi bar, ma dall’altro lato del bancone.

Questa esperienza mi ha aiutato molto per la gestione delle scadenze, per la velocità di esecuzione e per l’iter produttivo.

Come nel bar, anche nelle calzature c’è una continua ricerca e sviluppo di prodotti e materie prime e una attenzione al dettaglio e alla qualità del lavoro manuale.

Gabriele Tammaro - Corriere Del Bar
Gabriele Tammaro – Corriere Del Bar

Nel 2018 hai partecipato al Mondiale IBA a Tallin…

Ho avuto la fortuna di vincere il Concorso Regionale e pochi mesi dopo anche il Concorso Nazionale a Loano, l’8 Novembre 2017. Questo mi ha permesso di partecipare al Mondiale IBA a Tallin nell’Ottobre 2018.

Dopo qualche mese di studio dei trend internazionali, ricerche sulle tipologie di cocktail da Mondiale e vari tentativi, ho trovato la ricetta e il bicchiere, ho iniziato a fare le simulazioni di gara (3 minuti per 5 drink), le prove dei discorsi (10 minuti di speech), le prove a tempo e l’eventuale prova della finale (30 minuti sul palco da solo).

Solo all’arrivo in hotel ti rendi conto della situazione Internazionale, della concentrazione dei concorrenti, ma anche del legame e dell’amicizia che si crea in questi eventi con le altre delegazioni.

L’aura positiva si ritrova anche durante le gare, nonostante concentrazione e ansia, si trovano anche collaborazione e amicizia tra colleghi di diverse nazioni. La tensione – come tutte le gare – è palpabile, per di più in un contesto di gara Internazionale.

La gara non differisce dalle altre alle quali un barman può partecipare, la presenza della tua delegazione aiuta a tenerti vicino alla normalità e, se pensi alle dirette mondiali sui social, questa normalità può svanire.

Finita la gara si torna a riprendere fiato, tra mille messaggi dai social e mille complimenti, anche se – preso dall’emozione – non hai la percezione di cosa hai fatto.

Ci sono due frasi e due persone che mi sono rimaste impresse da quel giorno.

Le due frasi sono: “Sei stato perfetto, abbiamo rivisto in te dopo anni la qualità Italiana” e “Importanza, Immagine, Pressione, sei stato all’altezza di tutto ciò. I miei complimenti.”

Le due persone sono due donne: mia moglie, che, pur di essere presente, ha impiegato più ore di viaggio che non di partecipazione all’evento; la mamma che, per tenersi aggiornata in tempo reale, è riuscita a connettersi a Facebook e per la prima volta a seguire una diretta social.

È difficile raccontare questi momenti, sono emozioni che ogni volta riaffiorano sotto diversi aspetti. In generale ti dimostrano quanto sia importante il nostro settore e la nostra professione anche aldilà dei confini nazionali, confermando la percezione che, più che una professione, parliamo di una passione.

Le gare non fanno di te un barman più bravo, ma ti aiutano a comprendere il lavoro degli altri rispetto al tuo, condividendo emozioni, legami, amicizie, scambi e pensieri.

Quali sono le caratteristiche del locale in cui lavori? L’Octavius…

L’Octavius riempie gli occhi e il cuore degli ospiti, grazie a un tripudio di legno caldo ed elegante, frutto della visione trascendentale dello studio Roman & Williams di New York City. Nel pieno dell’architettura della città nuova, irta di grattacieli, che per contrasto affiora dagli oblò di quello che sembra essere un transatlantico di inizio Novecento, l’illuminazione è giusta, il bancone elegante e comodo e guarda a una delle più belle bottigliere su cui chiunque, almeno per un attimo, ha indugiato alla vista delle oltre 1100 referenze tra spirits e liquori da ogni dove. Nell’incontro tra la competenza e la professionalità del team, il primo attore, all’Octavius bar, è sempre il cliente.

Per concludere, come ti vedi nel futuro?

Nella nostra professione la pianificazione del futuro è fondamentale. Non si può navigare a vista, perché è un ambito con uno sviluppo quasi quotidiano, pertanto bisogna farsi trovare pronti. Bisogna investire su se stessi, informarsi, ampliare le proprie conoscenze.

Se dovessi immaginare il mio futuro, mi vedrei bar manager in una realtà di città o in una di provincia, non meno importante della prima, ma in fase di veloce aggiornamento nei confronti delle grandi città.

INTERVISTA DEDICATA A GABRIELE TAMMARO:

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