Giuseppe Rabottini, “primo” dipendente, jolly di Turin Vermouth

Giuseppe Rabottini Turin Vermouth - Corriere Del Bar
Giuseppe Rabottini Turin Vermouth - Corriere Del Bar

GIUSEPPE RABOTTINI, “PRIMO” DIPENDENTE, JOLLY DI TURIN VERMOUTH | INTERVISTE

Giuseppe Rabottini è veramente un tuttofare e se lui mi permette di usare questo termine, potrei realmente definirlo il Figaro di Turin Vermouth: referente tra i dipendenti e la proprietà, attivo nella produzione, nel marketing, nella forza vendita… Giuseppe ha veramente molte capacità, che utilizza volentieri all’interno di questa azienda, produttrice del vero Vermouth piemontese, che per lui rappresenta una vera famiglia.

Ciao Giuseppe, prima di arrivare a essere quello che sei oggi avevi fatto delle esperienze molto divergenti. Come ti sei appassionato infine al mondo del beverage?

Partecipare allo start up di un’azienda, vederla crescere, ti rende inevitabilmente parte di essa e di tutto ciò che la circonda.

Non nascondo che inizialmente ho avuto delle difficoltà. Una laurea e delle esperienze lavorative non bastano a comprendere una nuova realtà. Ho avuto un periodo di rodaggio in cui ho avuto la fortuna di conoscere professionisti del settore che mi hanno introdotto e me ne hanno fatto innamorare. È un mondo straordinario, sempre in continuo cambiamento, molto competitivo e a volte spietato; devi essere sempre aggiornato e non dare nulla per scontato.

A vederlo da fuori sembra tutto un “si beve e si fa sempre festa”… Non è assolutamente vero! È un ambiente molto impegnativo, ma al tempo stesso intrigante, dove puoi conoscere moltissime persone dalle quali imparare tanto e avere la possibilità di vederlo con occhi diversi.

In ogni caso, si è trattato di esperienze utili che ti stanno aiutando a svolgere anche la mansione che ricopri attualmente?

Certamente lavorare in contesti diversi, fare formazione in aziende di grandi dimensioni, mi ha permesso di acquisire un determinato know-how lavorativo. Nelle mie passate esperienze ho ricoperto vari ruoli, che mi hanno consentito di conoscere il concetto di “azienda” dal di dentro. Ho sviluppato una certa elasticità mentale che mi agevola nel ricoprire più ruoli e in una realtà produttiva di piccole/medie dimensioni ciò è fondamentale.

drapo Vermouth - Corriere Del Bar
Drapo’ Vermouth – Corriere Del Bar

Poi approdi a Turin Vermouth, quale mansione svolgi all’interno dell’azienda?

Sono stato il “primo” dipendente. Ricordo ancora il primo giorno di lavoro in cui ero molto spaesato. Il titolare venne da me e mi disse in tono serio: “Di cosa si vuole occupare in Turin Vermouth?”. Io non risposi, poiché non avevo la minima idea sul dove e sul come iniziare. Beh! da quel giorno ne è passata molta di acqua sotto i ponti e posso dire che mi occupo dell’azienda a 360 gradi: sono il referente tra i dipendenti e la proprietà, la produzione, il marketing, la forza vendita. Essendo un’azienda di piccole/medie dimensioni tutti devono darsi da fare, quindi cerco di interessarmi a tutto ciò che accade dentro e fuori la Turin Vermouth. Se occorre, scendo a dare una mano in produzione e non mi faccio remore nel dire che, all’occorrenza, mi sono impegnato a fare personalmente le consegne ai clienti.

General Manager, Direttore, Jolly… penso di essere ancora il “primo” dipendente.

Come descriveresti Turin Vermouth?

Turin Vermouth è una realtà particolare: qui non si è un numero, uno dei tanti dipendenti, una pedina, un posto dove si lavora e basta! Turin Vermouth è una famiglia, qui si lavora in armonia e serietà. I pareri e le idee di tutti vengono ascoltati, le esigenze rispettate, ci si aiuta a vicenda e nessuno è geloso del proprio lavoro, si entra alle 8.30, ma non si sa mai quando si esce, perché c’è sempre qualcosa da fare. Si scherza e si litiga su tutto, ma l’obbiettivo comune è sempre l’azienda e noi che vi facciamo parte.

Turin Vermouth ripropone il vero vermouth piemontese, come coniugate il passato al presente?

Da quando siamo nati abbiamo sempre proposto prodotti della “tradizione” liquoristica nazionale. I nostri vermouth Drapò (Rosso, Bianco, Dry, Rosè e Gran Riserva) rispecchiano le regole produttive previste dal disciplinare dei Vermouth. Essendo soci fondatori del Consorzio del Vermouth di Torino ci teniamo particolarmente a dare il buon esempio.

Il nostro obiettivo è di riportare al palato un profumo, un sapore, un ricordo del passato e di riproporlo in chiave moderna. Le erbe, le spezie, il vino di una volta oggi, ahimè! sono merce rara! Ritengo che la qualità nelle materie prime e la continua ricerca della perfezione siano il tratto di unione tra presente e passato.

In questo momento state promuovendo dei prodotti in particolare?

Generalmente noi sponsorizziamo tutti i nostri prodotti, poiché, con l’esperienza dell’export, abbiamo notato che ogni Nazione ha la propria preferenza o predilezione verso un tipo di prodotto. La stessa cosa vale anche per il nostro Paese: ci sono i prodotti stagionali, i prodotti la cui richiesta varia a seconda delle mode o delle opinioni dei cosiddetti influencers. Noi riteniamo di avere dei prodotti TUTTI validi e quindi non pensiamo di doverne promuovere alcuni in particolare.

Da inizio anno stiamo lavorando sulle tipicità regionali italiane per creare nuovi liquori e abbiamo idee per dei nuovi distillati. Quando usciranno sul mercato? Sicuramente prima di fine anno e spero di poterne parlare con te quanto prima.

INTERVISTA DEDICATA A GIUSEPPE RABOTTINI:

GIUSEPPE RABOTTINI, “PRIMO” DIPENDENTE, JOLLY DI TURIN VERMOUTH | INTERVISTE