Gli schiavi del caffè

Gli schiavi del caffè - Corriere del Bar
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GLI SCHIAVI DEL CAFFÉ | LA FILIERA DEL CAFFÉ

Come altre materie prime, anche il caffè è tra quelle che videro da vicino il problema della schiavitù, vista come piantagione così importante da essere definito “oro nero”, questo prima ancora del boom del petrolio. Il picco di questo periodo si ebbe dopo il 1800, a causa dello sviluppo tecnologico, che facilitò non di poco gli spostamenti di un sempre più alto numero di schiavi dall’Africa.

All’inizio di questo secolo lo schiavismo ebbe un ruolo primario nello sviluppo delle materie prime, attraverso il lavoro nelle piantagioni e nelle miniere e il tutto procedette fino al 1888, anno ufficiale della sua abolizione.

Caffè e Schiavitù - Corriere del Bar
Caffè e Schiavitù – Corriere del Bar

I Paesi che maggiormente sfruttarono l’illegittima manodopera, non soltanto per quanto concerne il caffè, ma anche di altri prodotti, quali il tabacco, il cotone e l’oro, furono in particolar modo quelli colonialisti, come Francia e Gran Bretagna, anche se anche Portogallo e Paesi Bassi, potenze mercantili e commerciali, non furono da meno. Questo sistema veniva definito “commercio triangolare”: le grandi navi lasciavano i porti europei di Liverpool, Bristol e Le Havre, provvisti di ricchezze e armi, approdando sulle coste dell’Africa, dove i beni venivano scambiati per merce umana. Insieme allo scambio potevano anche accadere rapimenti di persone da parte dell’equipaggio, che cercava di accaparrarsi più schiavi possibile per poterli vendere o impiegare nel lavoro. Una volta terminato questo passaggio, i navigli facevano rotta nell’America Settentrionale, Meridionale e nei Caraibi, dove gli schiavi erano venduti o barattati per i prodotti delle piantagioni.

Se all’inizio dell’Ottocento la materia prima più preziosa veniva considerata lo zucchero, il caffè lo divenne dal 1840 in poi, con la successiva espansione della sua coltivazione, in particolar modo a San Paolo. Nel 1851 fu soppresso il traffico della schiavitù, mentre nel 1871, con la Lei do Ventre Livre (detta “Legge del Ventre Libero”), si autorizzò la libertà ai nati da madre schiava, ma soltanto al giungere della maggiore età. Come accennato la schiavitù fu abrogata poi definitivamente nel 1888, precisamente il 13 maggio, grazie alla principessa Isabella, per questo ricordata come “La Redentrice”.

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